13 febbraio 2008

«Meredith non fu violentata»Le sue ultime ore in un dossier medico Corriere della Sera

«Meredith non fu violentata»Le sue ultime ore in un dossier medico Corriere della Sera

PERUGIA — Meredith Kercher «non subì violenza sessuale ». Il medico legale, che per primo esaminò il cadavere della giovane inglese uccisa a Perugia, ribadisce la tesi espressa dopo i primi accertamenti. Nella relazione che consegnerà questa mattina al pubblico ministero, il dottor Luca Lalli conferma che la ragazza ebbe un rapporto intimo, ma spiega di non poter stabilire se questo avvenne la stessa sera del delitto o il giorno precedente. Scarta invece l'ipotesi che ci sia stata una lunga agonia «perché dopo la coltellata c'è stata una forte emorragia». E sull'ora del delitto non si sbilancia: «Due o tre ore dopo l'ultimo pasto». Le conclusioni dello specialista lasciano intatti molti interrogativi. Dubbi che forse non si riuscirà a risolvere neanche il 19 aprile, quando saranno i periti nominati da accusa e difesa a dover rispondere in sede di incidente probatorio agli stessi quesiti: causa della morte, ora dell'omicidio, origine delle ecchimosi e delle ferite.

Sono gli elementi cardine del processo, su questo si basa la battaglia tra le parti. Perché è lo stesso Lalli a chiarire che «le tracce biologiche escludono che la vittima ebbe un rapporto completo, ma poi tocca agli investigatori accertare se sia stata costretta ». Una verifica che la Procura ritiene di aver già compiuto, visto che ai tre indagati — Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Hermann Guede — contesta proprio la violenza sessuale. Questa tesi è stata giudicata valida da due diversi collegi del tribunale del Riesame quando hanno sottolineato come, sotto la minaccia di «uno o più strumenti da taglio», i tre abbiano «dominato i tentativi di resistenza della giovane». Non appare affatto casuale che a Lalli il pubblico ministero Giuliano Mignini abbia deciso di affiancare altri due esperti. Sulle perizie si gioca l'esito del processo e la Procura sembra determinata a dimostrare che tutti gli indagati hanno avuto un ruolo determinante nell'omicidio.


Dunque si tenta di chiarire ogni aspetto, di fugare ogni dubbio. Fu Rudy a consumare il rapporto sessuale, lo ha ammesso lui stesso e le sue tracce sono rimaste nel corpo di Meredith. Ma l'ivoriano ha sempre detto che la ragazza era d'accordo, «abbiamo smesso soltanto perché non avevamo il preservativo». Negano invece Amanda e Raffaele, ma anche loro hanno lasciato tracce sulla scena del delitto e dunque dovranno spiegare che cosa davvero avvenne la sera del primo novembre. Per ricostruire le ultime ore di Meredith, fondamentali appaiono le testimonianze delle sue amiche. Perché per fissare il momento della morte è necessario sapere esattamente quando e che cosa mangiò la vittima. «Cucinammo la pizza e poi prendemmo il tiramisù » hanno affermato le inglesi che con Mez trascorsero il pomeriggio. «Erano circa le 19» hanno aggiunto. Sommando le due o tre ore di cui parla Lalli, si arriva a un arco temporale compreso tra le 21 e le 22, ampliato dallo stesso consulente fino alle 23. Ma chi può escludere che Meredith abbia mandato giù qualcosa anche dopo essere tornata a casa verso le 21? Altre verifiche dovranno essere compiute, ulteriori accertamenti svolti. «Anche questa nuova relazione — commentano i difensori di Sollecito Maori, Brusco e Berretti — esclude la violenza e questo non può che confortarci». Nessun commento arriva invece dal legale di Guede, Walter Biscotti «perché le carte vanno lette e poi esaminate».

Fiorenza Sarzanini
13 febbraio 2008