15 febbraio 2008

Commissione Mitrokhin, Mario Scaramella torna in libertà Corriere della Sera

Commissione Mitrokhin, Mario Scaramella torna in libertà Corriere della Sera

ROMA - Quattro anni di reclusione per le accuse di calunnia e traffico di armi. È la condanna inflitta, con patteggiamento, a Mario Scaramella, già consulente della commissione Mitrokhin e finito in carcere il 24 dicembre del 2006 all'aeroporto di Napoli mentre rientrava da Londra. La condanna gli è stata inflitta dal gup di Roma Marco Patarnello davanti al quale è stato difeso dagli avvocati Massimo Krogh e Sergio Rastrelli. A Scaramella il gup ha concesso l'immediata scarcerazione poichè gode dell'indulto. Con la sentenza , avendo scontato un anno e 4 mesi di carcere preventivo ha praticamente chiuso ogni pendenza con la giustizia.

PATTEGGIAMENTO ESTESO ANCHE ALLE ALTRE ACCUSE - I difensori di Scaramella hanno fatto poi istanza al pm Pietro Saviotti affinchè il patteggiamento comprenda anche le accuse riguardo il coinvolgimento dell’ex consulente nella vicenda del Parco del Vesuvio, che lo vede coinvolto per accuse che vanno dall’associazione a delinquere alla truffa. Per questi fatti la pena dovrebbe essere "non superiore ai 6 mesi", hanno sottolineato i legali. E siccome Scaramella è stato in regime di custodia cautelare per 14 mesi, in virtù dell’indulto e della concessione delle attenuanti generiche, si può ritenere conclusa la vicenda giudiziaria riguardante Scaramella. L’ex consulente è stato al centro per alcune settimane, alla fine del 2006, del mistero riguardante l’uccisione per avvelenamento da polonio di Aleksander Litvinenko, avvenuto a Londra. Lui stesso, per un periodo, accusò di essere stato contaminato.

TRAFFICO D'ARMI - Rispetto al procedimento finito stamane, per l’accusa fu Scaramella a ideare e organizzare l’ingresso in Italia di due granate prive di detonatore trovate nell’ottobre del 2005 in un furgone su cui viaggiavano quattro ucraini poi processati e assolti a Teramo, essendo stati bloccati dalla polizia dalle parti di Mosciano Sant’Angelo. In base a quanto emerso, sarebbe stato proprio Scaramella (in passato anche giudice di pace di Ischia) a girare la segnalazione alla questura di Napoli per poi denunciare che quelle granate sarebbero dovute servire per un attentato ai danni dell’allora presidente della commissione parlamentare, Paolo Guzzanti. Scaramella probabilmente voleva apparire credibile agli occhi dell’organismo parlamentare. E pur conoscendone l’innocenza, accusò Talik, ex esponente del Kgb, di questo traffico di armi sostenendo che munizioni ed esplosivo sarebbero state utilizzate per colpire lui e il suo interprete di lingua russa Andrey Ganchev.


14 febbraio 2008