8 gennaio 2008

Agli arresti domiciliari ad Ascoli il rom della strage di Appignano - cronaca - Repubblica.it

Agli arresti domiciliari ad Ascoli il rom della strage di Appignano - cronaca - Repubblica.it

ASCOLI PICENO - Marco Ahmetovic, il rom che uccise 4 minorenni in un incidente stradale avvenuto il 23 aprile scorso ad Appignano del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, esce di nuovo dal carcere. Il gip del tribunale di Ascoli gli ha concesso gli arresti domiciliari: Ahmetovic poteva risiedere in un campo nomadi a Roma, dove vive la sorella. Ma la Corte d'Appello ha ribaltato la decisione: "Troppo difficile controllarlo in un campo, deve restare in un residence di Porto d'Ascoli", dove lo ha già ospitato da un amico. Il sindaco di Roma Veltroni aveva chiesto informazioni sulla decisione del Gip al presidente della Corte d'Appello e al ministero della Giustizia. La decisione è relativa alla tentata rapina alle poste di Maltignano, avvenuta il 10 ottobre 2006 e al quale il rom avrebbe concorso. Non quindi per l'incidente stradale, per il quale Ahmetovic è stato condannato in primo grado a 6 anni e mezzo di carcere. Facile prevedere che l'ultima decisione del gip rinfocolerà le fortissime polemiche che ci sono state negli ultimi mesi sul territorio. A gettare benzina sul fuoco è il senatore Francesco Storace. "Vogliamo sapere in quale campo nomadi di Roma verrà trasferito, intendiamo preparare un bel comitato d'accoglienza", ha dichiarato il segretario nazionale de La Destra. Poi la decisione della corte d'appello. Da ricordare che Ahmetovic era stato ricondotto in carcere, dopo diversi mesi di domiciliari nel residence, appena il 20 dicembre scorso. Anche in questo caso, il provvedimento riguardava l'inchiesta sulla rapina in banca. Il rom, infatti, era libero di vedere e incontrare chiunque in relazione alla strage di Appignano dato che si trattava di un reato colposo e che la sentenza non è ancora passata in giudicato. A dicembre, Ahmetovic aveva violato queste prescrizioni con alcune telefonate "vietate". Di qui la revoca dei domiciliari e il ritorno in carcere, fino alla decisione di oggi.