12 marzo 2009

Madoff in aula: «Sì, sono colpevole» (www.corriere.it)

NEW YORK - Bernard Madoff, l'ex presidente di Nasdaq accusato di aver orchestrato una truffa finanziaria da 50 miliardi di dollari, passerà in carcere i prossimi tre mesi in attesa di conoscere il 16 giugno la sua condanna. Lo ha deciso il giudice Denny Chin al termine dell'udienza al tribunale federale di Manhattan, dove il finanziere si è dichiarato colpevole di tutti gli undici capi di imputazione al processo sulla più grande frode di Wall Street. Il giudice Chin, che ha accettato la dichiarazione di colpevolezza di Madoff, ha accolto anche la richiesta dell'accusa della custodia cautelare in carcere in attesa della sentenza e quindi di non prorogare gli arresti domiciliari nel lussuoso attico di Madoff in Park Avenue a New York. L'uomo d'affari 70enne rischia una condanna a 150 anni di prigione e un risarcimento di 170 miliardi di dollari.

«SONO COLPEVOLE» - Passando attraverso due ali di fotografi, curiosi e vittime inferocite dei suoi traffici Madoff è entrato nel Palazzo di giustizia dove il giudice gli ha chiesto di raccontare i meccanismi dell'operazione che ha mandato in fumo i risparmi di migliaia di pensionati, piccoli risparmiatori, celebrità di Hollywood e premi Nobel. Alla domanda «come si dichiara?», il finanziere ha risposto «colpevole». Ha aggiunto di sentirsi «profondamente desolato».

SCHEMA PONZI - Ha ammesso di aver messo in piedi uno "schema Ponzi" e ha detto di «non poter adeguatamente esprimere a parole» il suo dispiacere per le migliaia di investitori i cui risparmi sono finiti in fumo. Madoff ha detto di aver cominciato a costruire il suo castello di carte finanziario negli anni Novanta in reazione alla recessione di quel periodo: «Speravo di poterne uscire presto, ma è stato impossibile».

TRUFFA DEL SECOLO - Abito grigio, giubbotto antiproiettile, è arrivato sotto scorta dal suo attico dove si trovava ai domiciliari con molto anticipo rispetto all'inizio dell'udienza. In aula erano presenti anche diverse vittime della «truffa del secolo»: investitori professionisti, associazioni di beneficenza, attori e perfino sopravvissuti all’Olocausto. «I miei clienti si sentono profondamente offesi nel sapere che cercherà di farla franca con un mea culpa», ha detto l'avvocato Jerry Reisman, che rappresenta una dozzina di investitori ingannati.


12 marzo 2009