Quotidiano Net - Elogio delle Jene, condannate perché volevano fare il test antidroga alla Casta
Firenze, 18 ottobre 2007 - Che Paese è questo? Parecchi dei nostri deputati vanno a Montecitorio dopo essersi fatti qualche canna o aver tirato su qualche pista di coca, però non si può dire. Anzi, si può dire ma non accertare.
E’ quanto è accaduto a due Iene (care, mitiche Iene, grazie di esistere) che nell’ottobre dello scorso anno, con la scusa di fare delle interviste erano riuscite ad impossessarsi (grazie anche a dei tamponi giustificati dal trucco per meglio apparire) del preziosissimo sudore di cinquanta parlamentari che stavano entrando alla Camera. Sudore subito sottoposto ad analisi.
Dal che venne fuori che di quei cinquanta prodi (no, questa volta Romano non c’entra nulla) sedici avevano fatto uso di stupefacenti nelle trentasei ore precedenti l’improvvisato accertamento. Dodici avevano assunto cannabis, come si legge in termini burocratici (cioè si erano fatti delle canne come si dice volgarmente) e quattro avevano tirato su delle belle (si fa per dire) piste di coca.
Scandalo, riprovazione, accuse di lesa maestà, abominio. Non per gli onorevoli un po’ fatti, per le Iene. Ma come si erano permessi quei signori di Italia 1 (Davide Parenti e Matteo Viviani - nella foto) di fare una cosa del genere? Come gli era passato per la mente di importunare in tal maniera la Casta? Pensavano forse di essere in un Paese senza privacy? No, la privacy (quando gli pare: e tutte le intercettazioni che appaiono anche sui muri del condominio?) in questo Paese esiste eccome, e così il Garante proibì la messa in onda del servizio, comunque ampiamente pubblicizzato da anticipazioni. Punto, fine della vicenda.
La giustizia nel nostro Paese, si sa, va lenta, ma talvolta arriva. Per le Iene è arrivata abbastanza velocemente tanto che qualche giorno fa hanno pensato bene, per scansare chissà quali altre complicate vicende, di patteggiare una condanna a cinque mesi e dieci giorni per violazione della privacy. Pena comunque convertibile, ci informano, in una ammenda pecuniaria.
Ma come? Invece di premiarle per aver sollevato un problemino non da poco (parlamentari in carica drogati) la magistratura ce le condanna quelle due Iene? Niente da fare, la legge è la legge. Quelle due Iene dovevano essere punite per la loro alzata d’ingegno. Una decisione esemplare per tutte le Iene a venire, se qualcuno ci volesse riprovare a sollevare questioni così delicate.
E quei parlamentari «positivi» (e magari qualcun altro)? Forse continueranno a farsi. Chi di cannabis, chi di coca. Con molta, molta privacy. Ma Bertinotti, presidente della Camera, che pensa di tutto questo? Ah, saperlo.
di Sandro Bugialli
PRIVACY DAILY 24.06.2025
1 giorno fa